Meditazione e Concentrazione
1,2 “ YOGA VRTTI CITTA NIRODHA “
Nel Samadhi Pada, il primo degli yoga sutra (il sutra è un aforisma e, letteralmente significa filo: un invisibile filo che lega insieme gli aforismi unendoli in una ghirlanda) attribuiti a Patanjali, la seconda parte del primo sutra recita: “Lo yoga è la soppressione (nirodha) dell'agitazione (vrtti) della mente (citta).
Il sutra quindi definisce lo yoga come la fine delle modificazioni che la coscienza subisce quando assume la forma degli oggetti, allo scopo di conoscerli. Viene così a cadere l'illusione in virtù della quale lo Spirito tende ad identificarsi con i movimenti della mente:
1,3 “ Allora, il testimone si stabilisce nella sua propria forma”
recita il sutra seguente, e cioè: il testimone (lo spirito umano) riconosce la sua vera natura , così come il cristallo trasparente non assume alcun colore se non è attraversato da una luce colorata, ma permane nella sua purezza, identico a se stesso.
1,4 “Altrimenti egli si identifica con le vrtti”
Qualunque modificazione “vrtti” presente nella coscienza, quindi, si riflette sul “testimone” che sembra assumerne le stesse caratteristiche.
Tali modificazioni sono transitorie e prendono automaticamente la forma degli oggetti con cui la mente viene a contatto, come una calamita che agisce in virtù della sola vicinanza.
Un esempio dello svolgersi di questo processo è rappresentabile in quello che ci può accadere seguendo uno spettacolo teatrale avvincente: in quel caso non siamo altro che testimoni delle vicende che si intrecciano sul palcoscenico, eppure, quando l'attenzione è totale, ne diveniamo partecipi per un processo di identificazione che subiamo senza rendercene conto: proviamo sentimenti quali gioia, apprensione, commozione, che pure non ci appartengono.
Poi, quando lo spettacolo termina e nella sala torna la luce, riportiamo l'attenzione sulla nostra vera condizione, abbandonando la storia che ci ha appassionato e “ristabilendoci nella nostra propria forma”.