Gatka
“Tu userai la spada se sarai nel giusto.”
Così Guru Gobind Singh, decimo Guru, uomo saggio ma anche riformatore sociale era solito dire ai propri soldati che mise a difesa della comunità Sikh.
La disciplina del Gatka è nata come un vero e proprio esercizio spirituale, combina in modo perfetto la figura del santo e quella del soldato.
Nasce alla fine del 1500, quando i Sikh minacciati di genocidio dall’impero Moghul diventarono guerrieri per salvaguardare la loro sopravvivenza.
“Gatka” letteralmente significa Grazia, “fermare la mente” e viene pensato come metodo di combattimento meditativo che ha le sue basi sulla ricerca di un equilibrio fisico e mentale.
I suoi movimenti sono armoniosi e vengono usate armi diverse anche contemporaneamente; questa peculiarità differenzia quest’arte marziale dalle altre in quanto combattere con uno stato mentale neutro rende il Gatka un naturale riferimento per qualsiasi praticante di Yoga.
La spada è lo strumento principale di quest’arte marziale e viene usata seguendo il movimento dell’otto ripiegato (moto infinito). Questo moto ininterrotto crea una sorta di sfera intorno al guerriero in cui egli è libero di cambiare obiettivo sentendosi allo stesso tempo protetto.
Il pieno controllo dello spazio interno ed esterno, insieme all’utilizzo di tutte le armi, permette al gatker di affrontare più avversari contemporaneamente, creando un sistema di difesa a 360°.
In Occidente fu diffuso dal maestro Yogi Bhajan e oggi rappresenta una disciplina che permette a chi la pratica l’uso di strumenti per il raggiungimento di un equilibrio fisico e mentale.
Guru Shabad Singh Khalsa De Santis, al momento è uno dei rappresentanti più illustri di tale disciplina in Occidente.
Sebbene in India il Gatka sia nato per combattere il nemico fuori, in Occidente la sua pratica ci permette di confrontarci con il nemico dentro di noi: l’inconscio che, se non conosciuto correttamente, può divenire pericoloso, ma se conosciuto può diventare il nostro punto di forza.